È un breve e semplice itinerario, con viste panoramiche su Quarona e la valle a cavallo del fiume Sesia e di grande interesse storico-culturale. Durante il percorso si incontrano la chiesa di San Giovanni al Monte e il Santuario della Beata Panacea al Monte. L'itinerario si sviluppa su un’elegante mulattiera acciottolata accompagnata da alcune edicole dipinte da Lino Tosi che raffigurano i momenti salienti della vita della beata.
Escursione con Guida ambientale
Dislivello
385m
Arrivo
791 m
Durata
1 ora
Segnavia
733
Itinerario
Il percorso parte a Quarona nei pressi della cappelletta della Beata Panacea in via Lanzio, punto in cui partono anche gli itinerari 624 e 732 che si lasciano subito a sinistra. Dopo pochi metri si imbocca la comoda mulattiera nel punto in cui converge la variante proveniente dalla chiesa di Santa Marta e si sale a tornanti fino ad arrivare alla chiesa di San Giovanni al Monte in circa 25 minuti.
L’ampio sagrato offre un luminoso panorama sulla valle e su Quarona, tutta protesa tra il fiume e gli alpeggi circostanti. Qui si possono osservare i nodosi e secolari carpini. Nel V secolo viene qui costruito un battistero da dove trarrà origine la chiesa romanica oggi esistente. Il luogo ha restituito una serie di testimonianze riferibili già all'età romana. Alcuni scavi archeologici condotti sulla struttura hanno portato alla luce un frammento epigrafico di una dedica sepolcrale del II secolo, resti di lucerne e di ceramiche databili tra il I e il II secolo d.C. Vari sono poi i materiali ascrivibili alla tarda antichità e all'alto medioevo, tra i quali meritano attenzione due frammenti epigrafici cristiani del V secolo e due sarcofagi di poco successivi. Questi reperti fissano una preziosissima cronologia sul primitivo insediamento di San Giovanni che risulta, quindi, essere una fondazione paleocristiana legata all'edificio battesimale. Toccanti e particolarmente cari alla devozione popolare sono alcuni affreschi di tardo Quattrocento che si riferiscono al martirio della Beata Panacea. La giovane Panacea de' Muzzi, (1368 -1383) subì l’ira della matrigna nelle vicinanze della chiesa, dove si era ritirata in preghiera tardando a rincasare sul far della sera. La donna colpì Panacea con un fuso o un bastone, uccidendola. Le campane della chiesa iniziarono a suonare all'impazzata, mentre il fascio di legna raccolto poco prima dalla fanciulla iniziò a bruciare.
Proseguendo lungo la mulattiera si oltrepassano alcune edicole che raffigurano i momenti salienti della vita della beata dipinte da Lino Tosi e si raggiunge il Santuario della Beata al Monte (616 m) eretta sul luogo del martirio della pastorella Panacea. Sin dai tempi della fondazione scarseggiano i documenti relativi a questa chiesa quindi non si posseggono dati concreti sul periodo di esecuzione della struttura e delle opere. Nel corso del Seicento la struttura è sistemata a seguito della visita del vescovo Carlo Bascapè, che ne da una descrizione sommaria. Qui è conservata la pietra, ancora macchiata di sangue, sulla quale Panacea subì il martirio (visibile in mezzo all'altare). Completano l'arredo della chiesa la scultura lignea nella nicchia sopra l’altare e i riquadri nella quale è dipinta la vita della beata.
Sul fianco della chiesa parte il sentiero che, inoltrandosi sul ripido fianco del monte, dopo aver superato alcuni affioramenti rocciosi raggiunge la dorsale sud e la cima del Monte Tucri, oggi invasa da una fitta vegetazione che limita la visuale su Quarona.
Uno sguardo alla mappa