La frazione Dorca è un ameno villaggio che fa parte del comune di Rimasco, oggi Alto Sermenza. La località custodisce, anche se in precarie condizioni, una bellissima torba Walser del XVI secolo. Non ci sono notizie precise sulla fondazione del villaggio che, gli studiosi, attestano in epoca antecedente il XIII secolo. Alcuni ipotizzano addiritturaanche che i primi abitanti fossero Celti, tesi avvalorata sia dai ritrovamenti di incisioni rupestri con croci e coppelle, sia da una tradizione orale che tramanda il ricordo di come i defunti venissero trasportati per essere sepolti nel cimitero situato all'Alpe Seccio in Val Cavaione, nel territorio di Boccioleto.
Escursione con Guida ambientale
Dislivello
300m
Arrivo
1253 m
Durata
50 min
Segnavia
367
Itinerario
Per raggiungere Dorca si parte dalla località Resiga ("segherìa") a 953 m di Rimasco, seguendo per un tratto la strada provinciale per Carcoforo. Oltrepassato il ponte sul torrente Egua, nei pressi di una casa rurale, si trova sulla destra l'indicazione per il villaggio. La mulattiera sale ripidissima e in breve raggiunge un gruppo di case: è la località chiamata Sotto il Montòo (1.030 m); si attraversa il piano, si inverte la direzione di marcia e si passa sotto una parete rocciosa, si sale per una mulattiera bellissima, vera opera d'arte, ricavata sfruttando gli anfratti e le cenge, finché si giunge sul vasto pianoro che ospita il villaggio della Dorca (1.253 m) in circa quaranta minuti. Oggi il villaggio è abitato solo nella stagione estiva. Tra le case è visibile una "torba" (casa rurale), di chiara origine walser, restaurata alla fine degli anni ottanta.
L'alpeggio è di proprietà della Mensa Vescovile di Novara ed è storicamente documentato fin dai primi anni del XIV secolo. Solo successivamente divenne un centro abitato permanente, forse grazie ad alcuni coloni Walser provenienti da Rimella o da Alagna.
In una delle case esiste ancora una targa che riporta la data del 1276: si tratta di una tipica abitazione costruita con pilastri di pietra su cui poggiano le travi di legno, di chiara matrice architettonica Walser.
Oltre alla chiesa, sulla quale compare un'iscrizione risalente al 1650, e a piccoli affreschi votivi sulle pareti esterne di alcune abitazioni, sono degni di nota una raffigurazione del "Sole delle Alpi" e la fontana, risalente al XX secolo, dalla quale sgorga un'acqua con caratteristiche simili a quella di Fiuggi, secondo i risultati delle analisi effettuate dall'Istituto di Chimica della Regia Università di Pavia nel 1939.
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